Aprire un bar, nonostante il mercato italiano possa apparire ormai saturo, può offrire grandi possibilità. Numeri alla mano, infatti, sono centinaia di migliaia gli esercizi che offrono caffè e bibite al bancone. Allora, com’è possibile emergere in questo settore? Cosa serve per aprire un bar? Come gestire un bar? In questa guida vi spiegheremo su cosa puntare per ottenere davvero il massimo dai vostri investimenti.
Come aprire un bar: le fasi
Di consigli su come aprire un bar se ne trovano una miriade, specialmente online. La nostra guida completa per aprire un bar vuole essere uno strumento utile a valutare tutti i fattori da tener presente prima di un investimento del genere. In linea di massima si può ragionare in due fasi: la prima, riguarda gli adempimenti necessari per aprire un bar; la seconda, invece, la vera e propria gestione del bar stesso. Vediamoli in questo ordine.
Aprire un bar: la scelta della posizione
Certamente, quando si considera l’opportunità di aprire un bar, la prima valutazione da fare è: dove? È palese che una buona posizione possa garantire al locale una clientela potenziale maggiore. Ciò non significa necessariamente che il bar dovrà essere nel punto più centrale o in quello di maggior passaggio. In questo senso, molto dipende anche dal tipo di esperienza che vogliamo offrire alla nostra clientela. Si tratta di un bar caffetteria, dove gli avventori prendono rapidamente un caffè al banco? Oppure vogliamo che il cliente si sieda e consumi la propria colazione con calma, prima di andare a lavoro? Questo tipo di considerazioni non determinano solo il tipo di locale che andremo a costruire, ma anche la posizione che andremo a occupare.
E ancora, ci sono altri locali simili al vostro nelle vicinanze? In che cosa si differenzia il vostro? Tutte domande che è meglio porsi prima, quando l’investimento per aprire un bar non è ancora stato fatto, piuttosto che dopo, quando ormai ci sono capitali in ballo.
Aprire un bar: la tipologia di locale
Come detto precedentemente, un’altra valutazione da fare a priori riguarda la tipologia di bar che intendiamo aprire. Questa scelta può essere determinata da diversi fattori. Prime fra tutte, le capacità che il futuro proprietario del bar possiede o i collaboratori che intende affiancarsi. In base a questi due fattori occorre scegliere, per esempio, se prevedere un angolo gelateria, offrire un servizio pranzo, oppure restare aperti fino a tardi per offrire long drink agli avventori.
Aprire un bar: redigere un business plan
Redigere un business plan per l’apertura di un bar può sembrare esagerato a qualcuno. Al contrario, si può rivelare quanto mai necessario per evitare spiacevoli sorprese. Non occorre essere esperti in finanza per capire quali possono essere i costi per aprire un bar e quali le entrate (per saperne di più sui costi per l’apertura di un bar, prosegui nella lettura). Alla fine, con un po’ di impegno, potrete prevedere approssimativamente entro quanto tempo sarete in grado di rientrare dall’investimento iniziale e iniziare a guadagnare. Ma, soprattutto, se siete in grado di sostenere autonomamente tale investimento o se necessitate di finanziamenti esterni.
I requisiti per aprire un bar
Ma quali sono i requisiti per aprire un bar? Considerate fin da subito che avviare un bar richiede dei costi e delle spese non indifferenti. In generale, è sconsigliabile avviare qualsiasi tipologia di attività se non si ha una stabilità economica e finanziaria che garantisca la riuscita futura del business che vogliamo avviare. Detto ciò, i requisiti per aprire un bar sono:
- locale commerciale che abbia le caratteristiche necessarie allo scopo;
- iscrizione all’Inps e alla Camera di Commercio;
- apertura della Partita Iva;
- superamento del corso ICAL, che abilita alla somministrazione di alimenti e bevande;
- certificazione di inizio attività presso il Comune con i seguenti dati: titolare dell’impresa, orari di apertura e chiusura, agibilità, conformità Asl, ecc.;
- pagamento dei diritti Siae per la diffusione di musica nel locale.
Costi per l’apertura di un bar
I costi per aprire un bar possono essere suddivisi in costi fissi e costi variabili. Gran parte di questi dipendono dalle dimensioni, dalla posizione del locale e dalla tipologia di ambiente che andremo a realizzare. Fare una previsione di massima, quindi, risulta difficile a priori. Tutti i costi possono essere preventivabili, ma molti sono variabili. Vediamone alcuni.
Costi per l’apertura di un bar: costi fissi
Quando si valuta i costi per aprire un bar si può iniziare a valutare per primi quelli fissi. È il caso delle somme che occorrono per la costituzione dell’impresa che gestirà il locale. Ciò vale anche per l’assolvimento di tutta la burocrazia: licenze, obblighi di legge, assolvimento dei requisiti dell’Asl e così via. Per capire l’ammontare di queste spese, spesso, è sufficiente recarsi negli uffici preposti e chiedere informazioni. Se siete fortunati, è probabile che tali informazioni siano disponibili anche sui siti delle Amministrazioni pubbliche preposte, senza inutili perdite di tempo.
Costi per l’apertura di un bar: costi variabili
Per l’apertura di un bar, poi, sono da mettere in cantiere i costi che sono suscettibili di variazioni a seconda della tipologia di locale che vogliamo realizzare. Questo, per esempio, riguarda le attrezzature tipiche di un bar: banchi frigo, banconi e macchine professionali. Per ciascuna di queste, esistono versioni economiche e versioni che possono arrivare a costare anche decine di migliaia di euro. A tal proposito, specie per quanto riguarda prodotti quali gelati, caffè e similari, molte aziende si rivolgono a ditte specializzate nel comodato d’uso di tali attrezzature.
Acquistare una licenza bar
Chi valuta l’apertura di un bar può considerare anche un’altra opzione: l’acquisto di una licenza bar già aperto. Questo, chiaramente, comporta dei vantaggi. Se il bar è in regola con tutte gli adempimenti di legge, l’unica spesa da sostenere riguarda l’acquisto della licenza stessa. Al massimo, se lo riterrete opportuno e necessario, potrete procedere all’adeguamento del bar stesso secondo le vostre necessità o secondo la tipologia di locale che avete in mente. Ciò, ovviamente, comporta un investimento che potenzialmente può essere più esoso, ma anche più sicuro. Quando si acquista un bar avviato, il suo valore viene calcolato in base ai fatturati. Ciò permette di capire se e quanto è possibile guadagnare in tal modo.
Aprire un bar in franchising
Un’altra valida alternativa per “tuffarsi” in quest’ambiente riguarda la possibilità di aprire un bar in franchising. Il franchising bar offre il vantaggio di poter apprendere, in poco tempo, tutto il know-how necessario per garantire la gestione bar. Inoltre, un marchio importante, come potrebbe essere quello di un franchising famoso, garantisce una pubblicità non trascurabile, che potrebbe attirare un maggior numero di clienti.
Diversi sono i contratti previsti nel franchising bar. I più utilizzati prevedono una durata minima dell’accordo di cinque anni, solitamente rinnovabili. Per quanto riguarda l’investimento, questo può variare da 20 mila a 40 mila euro. Online è possibile individuare numerose catene di bar, che offrono la possibilità di affiliarsi al proprio marchio.
I vantaggi di aprire un bar in franchising
Quali sono i vantaggi di aprire un bar in franchising? Sicuramente queste società forniranno un aiuto sia burocratico che per ottenere macchinari e rifornimenti a costi vantaggiosi rispetto alla concorrenza. Inoltre scegliere un franchising noto può essere conveniente in termini di visibilità e garanzia verso la clientela: si tratta infatti di un nome, di un’insegna che può colpire il cliente e farvi riconoscere istantaneamente e favorire il vostro inserimento sul mercato.
Come gestire un bar
La strada per aprire un bar, come per qualsiasi altra attività, è certamente in salita. Il difficile, però, viene dopo: come gestire un bar? La gestione di un bar non è una cosa che si improvvisa. Occorre offrire un prodotto unico nel suo genere, a costi accettabili sia per la clientela che per l’imprenditore. Per raggiungere questo risultato occorre trovare un equilibrio, spesso molto precario.
In tal senso, può essere consigliabile affidarsi, oltre che a dei professionisti, a un software gestionale bar. Perché? Perché qualsiasi commercialista o ragioniere non potrà mai avere il polso della situazione dell’imprenditore stesso. Tuttavia, questi deve avere chiara la situazione in ogni momento. Con un RistoJet, il software per gestire bar e ristoranti ciò possibile. Il software consente di gestire il magazzino e gli acquisti per rifornirlo, può gestire le prenotazioni, le comande, gli scontrini. Il sistema, poi, permette di condurre analisi più approfondite. Grazie all’archivio delle comande è possibile tracciare il grafico delle vendite. Alla fine, l’imprenditore avrà un quadro chiaro della situazione.